lunedì 27 novembre 2006

La Milano che non ti aspetti….


Non amo Milano in molti aspetti, ma c’è un legame profondo, un amore per tante piccole cose che la mia città è in grado di regalare. Il Duomo ad esempio è un rifugio per chiunque cerchi un contatto con il cielo, con l’inspiegabile e con la parte più profonda di sé. Qui il tempo si è fermato da secoli, qui i canti ti portano lontano da tutto e più vicino a te.
Ma Milano non è solo “el Dom”. E’ la città che non ti aspetti.

Sabato sera ho visto al cinema “A casa nostra”, ritratto patinato o forse amabilmente proiettato della Milano di oggi, storie di vita che si intrecciano tra sesso, amore, potere, denaro, cocaina, falsi miti e falsi valori… Il film mi ha colpito su due fronti: da un lato, ho provato orgoglio nei confronti di quegli scorci di periferia sempre ignorati e bistrattati che negli ultimi anni stanno diventando nuovamente vivi e attraenti; dall’altro, mi ha fatto sorridere quella Milano iperattiva, fatta di contrasti che animano la notte cittadina, nottambuli che esplorano locali alla ricerca di sensazioni, voci, suoni...

E' la stessa Milano, che mi commuove quando ferita si ribella; quella Milano in cui le donne milanesi e non solo si riprendono la Stazione Centrale dopo i vergognosi episodi di violenza, facendosi forza contro la paura e cantando con energia la propria voglia di vivere.

E' la stessa Milano che onora finalmente il fenomeno del graffiti writing con una mostra vicino alla nuova Triennale, proprio tra Bovisa e Villapizzone, il Minameis. E' una mostra dedicata ai più curiosi e vivaci graffiti che hanno caratterizzato la Milano dagli anni '80 in poi. Questa è la Milano che non ti aspetti, quella che ti convince a restare nonostante tutto.

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